-- Nulla è traducibile.
-- “Traduzione globale” è un
sinonimo di “letteratura comparata”.
-- La translatio
umanistica è secolarismo critico.
-- Il
campo della traduzione è una zona di guerra.
-- Contrariamente a quanto si potrebbe desumere dalla strategia militare
USA, l'arabo è traducibile.
-- La
traduzione è un petit métier,
i traduttori sono il proletariato letterario.
-- La
mescolanza delle lingue si oppone al predominio dell'inglese globale.
-- La
traduzione è un'aggressione edipica alla lingua madre.
-- La
traduzione è la perdita traumatica della lingua d'origine.
-- La
traduzione è espressionismo plurilingue e postmediatico.
-- La
traduzione è Babele, un linguaggio universale che è universalmente
inintelligibile.
-- La
traduzione è la lingua dei pianeti e dei mostri.
-- La
traduzione è una tecnologia.
-- La
traduzione è il linguaggio generico dei mercati globali.
-- La
traduzione è un lunguaggio universale della techné.
-- La
traduzione è un circolo continuo di riscontri.
-- La
traduzione può trasporre la natura in dati.
-- La
traduzione è l'interfaccia tra il linguaggio e i geni.
-- La
traduzione è il sistema-soggetto.
-- Tutto è traducibile.
Emily
Apter, “The Translation Zone. A New Comparative
Literature”