lunedì 7 maggio 2012

Venti tesi sulla traduzione


--  Nulla è traducibile.
--  “Traduzione globale” è un sinonimo di “letteratura comparata”.
--  La translatio umanistica è secolarismo critico.
--  Il campo della traduzione è una zona di guerra.
--  Contrariamente a quanto si potrebbe desumere dalla strategia militare USA, l'arabo è traducibile.
--  La traduzione è un petit métier, i traduttori sono il proletariato letterario.
--  La mescolanza delle lingue si oppone al predominio dell'inglese globale.
--  La traduzione è un'aggressione edipica alla lingua madre.
--  La traduzione è la perdita traumatica della lingua d'origine.
--  La traduzione è espressionismo plurilingue e postmediatico.
--  La traduzione è Babele, un linguaggio universale che è universalmente inintelligibile.
--  La traduzione è la lingua dei pianeti e dei mostri.
--  La traduzione è una tecnologia.
--  La traduzione è il linguaggio generico dei mercati globali.
--  La traduzione è un lunguaggio universale della techné.
--  La traduzione è un circolo continuo di riscontri.
--  La traduzione può trasporre la natura in dati.
--  La traduzione è l'interfaccia tra il linguaggio e i geni.
--  La traduzione è il sistema-soggetto.
--  Tutto è traducibile.

Emily Apter, “The Translation Zone. A New Comparative Literature”

domenica 15 aprile 2012

Wandering






In the house of long life,
  there I wander.
In the house of happiness,
  there I wander.
Beauty before me,
  with it I wander.
Beauty behind me,
  with it I wander.
Beauty below me,
  with it I wander.
Beauty above me,
  with it I wander.
Beauty all around me,
  with it I wander.
In old age traveling,
  with it I wander.
On the beautiful trail I am,
  with it I wander.
 

lunedì 2 aprile 2012

Una domenica mattina

Mi piace l'odore dell'asfalto bagnato di prima mattina... ma fai meno il buffone, va', che sei appena partito. Mi piace anche sentire il rumore dei miei passi di corsa, anche se non è proprio prestissimo c'è ancora abbastanza silenzio. Adesso l'asfalto cede il passo ai sampietrini, poi sarà di nuovo asfalto, poi terra battuta... Mi sento un po' un privilegiato a correre in questo paesaggio, tra i pini e le pietre dell'Appia Antica. A volte, d'inverno, capita di non vedere nessuno, ma proprio nessuno, fino all'orizzonte bagnato di foschia. Spettacolo! Se avessi il telefonino scatterei una foto, ma non me lo porto mai. Mi sono disintossicato anche dalla musica in cuffia, adesso non porto più niente tranne il cronometro e le chiavi di casa. Ho imparato a gestire i pensieri. L'allenamento dura un'ora e mezza / due, qualcosa devi pur raccontarti per passare il tempo. Osservo le stagioni. I punti di riferimento sono sempre gli stessi, quel cespuglio di oleandro, quella curva nel prato, quella salita sterrata.. ma mese dopo mese cambiano aspetto: c'è la fioritura, l'erba è più verde, oppure è stata appena tagliata. Cambiano anche odore. Ovvio: l'estate non ha lo stesso odore dell'inverno e la primavera non ha lo stesso odore dell'autunno. L'ho fatto talmente tante volte 'sto percorso che mi chiedo se sarei capace di correre a occhi chiusi. Ci provo. ...No, ma siamo matti, ci metto un attimo a inciampare cadere. E poi adesso c'è gente, altri che corrono, alcuni che passeggiano, tanti in mountain bike. Ricambio il saluto di uno sconosciuto, i runner si lampeggiano tra loro come i camionisti. Se si saluta, però, bisogna farlo a voce alta e chiara, per far vedere che si ha ancora fiato da vendere... se si rischia il rantolo, meglio solo un sorriso e un cenno con la mano.
E pensare che duemila anni fa questa strada era un cimitero. Ma io non me la immagino triste nemmeno allora, pensa che bello vederti sfilare accanto cippi, colombari e monumenti, con le colline in lontananza, magari dovevi fare un bel po' di strada per andare a portare un'offerta sulla tomba dei tuoi cari, che si trovava oltre il quarto o il quinto miglio. Che orrore, invece, quei lager di marmo che sono i cimiteri di adesso.
Sono arrivato alle rovine di un tempio, sembra incredibile eppure questo qui lo hanno scavato da poco. Dietrofront! Si torna indietro. Ma guarda, non sto quasi faticando. E il tratto di ritorno è tutto in discesa.
Oggi sarà una bella giornata.